Campioni d’Italia.

E’ vero, ed è bellissimo: il 13 aprile 2025, ultima giornata del Campionato Italiano a Squadre – Serie Master – che si è giocato a Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia, la nostra S.S. Lazio Scacchi si è laureata Campione d’Italia.

Abbiamo vinto lo scudetto.

Questo giorno non è arrivato per caso, ma è stato l’esito di un lungo, lunghissimo percorso, partito lontano nel tempo.

Lazio Scacchi era nata lo scorso secolo come sezione della Polisportiva S.S. Lazio ed era stata guidata dal Presidente Ascenzo Lombardi. Alla sua scomparsa, tutto si era fermato.

Era il 2008 quando il Presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni, ancor oggi al timone della più grande ed antica Polisportiva d’Europa, ebbe la felice intuizione di chiedere al Dott. Paolo Lenzi di prendere le redini della oramai dismessa Lazio Scacchi e di curarne il rilancio.

Il Presidente Lenzi, lazialissimo, professionista di alto livello, dottore commercialista, pignolo e preciso come sarebbe complesso descrivere, con incarichi in ogni dove per la sua competenza e serietà, ma completamente digiuno di scacchi, si rimboccò le maniche ed iniziò.

Pian piano, negli anni, è riuscito a costruire una realtà solida, portando Lazio Scacchi ad operare a tutto tondo nel mondo degli scacchi: corsi di formazione, attività agonistica, organizzazione di tornei e di eventi scacchistici, attività sociale, e molto altro.

Per l’attività agonistica si rivolse al MF Marco Corvi già nel 2010. Marco è fra i più noti istruttori di scacchi in Italia e tuttora giocatore agonista. Tutti sanno chi è. A Roma e non solo.

Divenne il Capitano della squadra di Lazio Scacchi che, partendo dal livello più basso, la Serie Promozione, iniziò la sua scalata verso il vertice. Si passò alla Serie C, poi alla Serie B, poi alla A2, poi alla A1 e, infine, venne coronato il sogno di entrare nella Serie Master, il massimo livello in Italia. Sempre con Paolo Lenzi al comando e Marco Corvi audace capitano.

Nel 2018 il miglior piazzamento: quinto posto e qualificazione per il Campionato Europeo.

Una soddisfazione enorme, un risultato straordinario.

Arriva la pandemia, ma Lazio Scacchi tiene duro: è fra le prime a ripartire con le attività, nel rispetto del complesso protocollo previsto dalla Federazione.

Diventa poi presidente l’Ing. Andrea Penza, per alcuni mesi, con Paolo Lenzi che assume la carica di vicepresidente e continua a condurre in prima persona le operazioni.

Un giorno, nel 2021, e qui entro in gioco io, decido di partecipare come giocatore ad un torneo di Lazio Scacchi. All’epoca ero presidente del Circolo Quattro Pedoni da circa un anno, durante il quale mi ero molto divertito. Prima avevo vissuto alcuni anni ai Caraibi, dove avevo fondato il Chess Club Bonaire. Ma questa è un’altra storia…

Il primo giorno della competizione incontro in sede di gioco Paolo Lenzi, che non conoscevo. Avevo in spalla uno zainetto della Lazio, che non sfugge all’occhio attento di Paolo, molto sensibile sul tema.

Parliamo, approfondiamo la nostra conoscenza e mi propone di candidarmi alla presidenza di Lazio Scacchi. Ci rifletto sopra e dopo qualche tempo accetto.

E così eccomi qui, anzi lì.

Vengo eletto  presidente il 1 luglio 2021.

Non essendo mai stato tesserato con Lazio Scacchi, né conosciuto in quell’ambiente, vengo guardato con curiosità. Vediamo che combina.

Sì, va bene, starete pensando, ma si parlava di Master.

Ora ci arrivo.

Quell’anno la Master si giocò a settembre a Montesilvano, in provincia di Pescara. Per me era un mondo nuovo, molto interessante e stimolante. Tanti giocatori, tanti campioni, le riprese e i commenti in video, la sala vista mare, tanti volti poi divenuti nel tempo familiari.

La squadra era già stata allestita nei mesi precedenti ed era più o meno la stessa dell’ultima edizione. Non poteva certo ambire alle posizioni alte della classifica, ma era discreta.

Purtroppo le cose andarono male.

Retrocessi.

Rispediti in A1.

Non fu bello. Mi ritrovai a non poter organizzare per l’anno successivo, come speravo, una squadra per la Master, ma a doverlo fare per la A1, serie peraltro molto complicata dove solo la prima viene promossa e, ovviamente, tutti vogliono essere promossi…

Appena arrivato come presidente e già una retrocessione sul groppone. In pratica è come entrare ad una festa ed essere messi alla porta prima ancora di bere uno champagnino…

Parlai con il Capitano Marco Corvi e gli dissi: “Marco, dobbiamo risalire”.

Decidemmo quindi di reimpostare la squadra.

Alla fine riuscimmo a presentarci nel 2022 con una formazione di tutto rispetto per la A1: lo stesso MF Marco Corvi, il MI Sebastian Iermito, il CM Neri D’Antonio e, in prima scacchiera, il colpaccio di mercato: il GM Luke McShane, noto in quel periodo per essere il più forte scacchista del mondo “non professionista”, fra i primi cento nel ranking mondiale.

Ricordo che un giorno, prima dell’inizio della competizione, Luke mi chiese: “Perché hai preso me? Ti aspetti che io vinca tutte le 5 partite?”. Risposi con franchezza: “Sì, me lo aspetto, ma se non dovesse accadere, so che avrai dato comunque il massimo”.

Ne vinse 4 e ne pattò 1. Promossi.

E siamo al 2023. Finalmente di nuovo nella Master.

Dovevamo però cambiare marcia, rinforzare la squadra, alzare l’asticella, puntare in alto.

Non è facile. I forti giocatori italiani, a livello di GM o simili, sono pochi e spesso (giustamente) legati al proprio club di appartenenza per motivi affettivi o, anche, contrattuali.

Di stranieri, come noto, se ne può schierare solo uno.

Decidemmo di puntare sul GM Alexandr Fier, brasiliano, che aveva già giocato in Italia e che era disponibile. Me lo presentò, lo ricordo ancora, il mio amico Roberto Rabiti, noto frequentatore dell’ambiente scacchistico e uomo dalle mille risorse ed idee. Mi chiamò e senza tanti fronzoli mi disse che voleva presentarmi Alexandr. Me lo passò al telefono, ci parlai, e concludemmo l’accordo di lì a breve.

Alexandr Fier è una persona ed un giocatore straordinario. Talento puro, può vincere con chiunque, in qualunque situazione. Come tutti i grandi giocatori che hanno quel qualcosa in più, può anche succedere che talvolta inciampi. Con noi non è mai successo. Estro brasiliano unito a serietà, professionalità, compostezza, costante buon umore, acutezza d’intelletto. Un mix davvero esplosivo e raro.

La prima scacchiera era a posto.

Il GM Alexandr Fier

In seconda scacchiera di nuovo il nostro MI Sebastian Iermito. Ragazzo di indole pacata che dietro un’aria apparentemente timida cela uno sguardo astuto e pronto. Giocatore fortissimo e molto solido: batterlo è davvero dura per chiunque. Parliamo di un MI con ELO da GM, titolo che gli auguro di conseguire al più presto.

Il MI Sebastian Iermito

In terza scacchiera un nome che mi emoziona. Ero ragazzo, studente universitario, e comprai una rivista scacchistica presso l’edicola davanti la mia facoltà. In prima pagina troneggiava la fotografia del giovane GM Michele Godena. Quando trent’anni dopo l’ho contattato per proporgli di venire da noi, quella fotografia era scolpita nella mia testa. Parliamo di un fuoriclasse, che prima di venire a Lazio Scacchi aveva vinto 14 scudetti, molti con Padova, altri con Marostica. Un professionista da quando scegliere il professionismo negli scacchi, in Italia, era quasi impensabile.

Il GM Michele Godena

In quarta scacchiera il MI Fabrizio Bellia, romano da anni trasferito a Milano, giocatore da sempre ad alti livelli e persona di spessore. Pignolo, puntuale, preciso, non molla di un centimetro, mai.

Il MI Fabrizio Bellia

Capitano sempre il MF Marco Corvi, pronto ad intervenire alla scacchiera alla bisogna e, soprattutto, dotato di grandi qualità, scacchistiche ed umane, che gli consentono di dirigere una squadra di talenti, ognuno con la propria personalità. Compito arduo, ma svolto con rara efficacia.

Il Capitano MF Marco Corvi controlla le partite della squadra dal maxi-schermo in sala gioco

E’ vero, solo 5 giocatori, lista un po’ corta per una competizione che dura una settimana con nove partite in totale e due doppi turni, ma la qualità era fuori discussione.

Arriva finalmente l’ora della battaglia. A Bacoli, vicino Napoli. Posto bellissimo, ma molto, troppo scomodo sul piano logistico.

Cerco di trovare le migliori soluzioni per mettere la squadra nella condizione di preoccuparsi solo di scacchi.

Memorabili le cene fra noi in un ristorantino scoperto per caso lungo il percorso verso la sede della competizione. Infiniti e defatiganti gli spostamenti in macchina o con il trenino locale.

Siamo nel Girone B e giochiamo molto bene, arrivando secondi, anche se a pari punti con Arrocco Chess Club, primo per punti scacchiera. Per la prima volta siamo in semifinale!

La sfida si presenta durissima: essendo arrivati secondi giochiamo la semifinale contro il rullo compressore Padova, che ha vinto l’altro girone e che è la squadra di punta dello scacchismo italiano da anni.

Pareggiamo a tempo standard con quattro patte (nonostante in ogni scacchiera avessimo un Elo più basso del loro) e trasciniamo Padova agli spareggi Rapid. Anche qui pareggiamo, e li portiamo agli spareggi Blitz. Forti e più freschi, vincono. Complimenti a loro. Peccato per noi.

Chiudiamo perdendo, di nuovo agli spareggi, la finalina per il terzo posto contro l’Arrocco.

Quarti, per la prima volta nella nostra storia. Resta il sapore un po’ amaro dell’occasione mancata, della sconfitta agli spareggi, ma lo sport è fatto così.

Per contro, un risultato ottimo, che ci motiva ancor di più.

Arriva il 2024 e si gioca a Vasto, in provincia di Chieti, nello splendido Palazzo d’Avalos. Anche qui logistica molto complicata, con alloggi lontani dalla sede di gioco.

La squadra è confermata in toto. Vediamo quanto valiamo.

Questa sarà l’ultima Master con formula a 16 squadre, due gironi, semifinali e finali.

Siamo nel Girone A con la corazzata Padova.

Giochiamo senza paura un girone bellissimo e difficile. Ci togliamo la soddisfazione di battere Padova e di chiudere al primo posto in solitaria, con un punto di vantaggio sui veneti, che a parte la sconfitta con noi le hanno vinte tutte…

In semifinale affrontiamo i secondi classificati del Girone B, il Pedone Isolano, squadra nuova, vera rivelazione del campionato. Pareggiamo a tempo standard e, purtroppo, perdiamo lo spareggio Rapid.

Di nuovo fuori agli spareggi. Non ce la posso fare.

Questa volta non ero presente, volutamente. Mi telefona il Capitano mentre ero a Roma per darmi la notizia della nostra sconfitta. Niente finale anche stavolta.

Ricordo che dopo aver parlato con Marco mi sono seduto su un muretto, a riflettere.

Ricordo pensieri confliggenti, amari, a tratti amarissimi.

Ricordo però anche che pensai che eravamo lì, lassù, e che le due semifinali perse agli spareggi ci imponevano un aggiustamento del tiro. Il mirino andava calibrato meglio. Bisognava riconoscere i nostri limiti ed imparare dai nostri errori.

Quel Campionato si concluse di nuovo con il quarto posto, per aver perso con Modena la finalina.

Con Marco Corvi e con Paolo Lenzi nei mesi successivi abbiamo ragionato e poi agito.

Abbiamo calibrato meglio quel mirino. Abbiamo individuato i limiti e fatto tesoro degli errori commessi.

La squadra era forte, compatta, motivata, e andava mantenuta. Ma andava anche rinforzata con l’inserimento chirurgico di giocatori nuovi, bravi, giovani. Aggiungo “perbene”, parola forse in disuso ma che definisce al meglio un requisito indispensabile per vestire la nostra maglia bianco-celeste.

E’ quindi arrivato il MI Gabriele Lumachi, bresciano di 22 anni. Un ragazzo che sembra un atleta di decathlon più che uno scacchista. Educato, affidabile, talentuoso, subito entrato in sintonia con la squadra e la Società. E scopro pure che, incredibilmente, pur essendo di Brescia è tifoso della Lazio. Quando si dice il destino…

Il MI Gabriele Lumachi

Poi è giunto il momento del mio amico MI Miragha Aghayev. Da tanto tempo aspettavo la sua cittadinanza italiana, che alla fine è arrivata. Miragha lo conoscevo da anni e siamo sempre stati in contatto. Il suo unico fallimento, nella splendida carriera di istruttore che lo nobilita, è stato per colpa mia, avendomi in passato impartito alcune lezioni che a nulla sono valse per sollevare il mio modesto livello scacchistico. Ad impossibilia nemo tenetur.

Giocatore solido, tenace, attento, appassionato, elegante. Le sue prestazioni sono state decisive.

Il MI Miragha Aghayev

E poi, infine, è arrivato Aleksej, il GM Aleksej Sarana, russo con cittadinanza serba. Giocatore più quotato del torneo, dall’alto dei suoi 2686 punti ELO, mi è piaciuto subito. Serio, concentrato (credo sia nato concentrato), educato, professionale, corretto, motivato, calmo, determinato. Tutto in uno.

Il GM Aleksej Sarana

E’ entrato a far parte della squadra con l’idea di rendere meno pesante il torneo per la prima scacchiera, altrimenti sottoposta ad un tour de force di 9 incontri, con due doppi turni. Insomma, le migliori condizioni possibili per i due giocatori con la sfida più dura da affrontare, quella contro tutti i più forti GM.

Ed eccoci a Boario Terme, finalmente, dal 7 al 13 aprile 2025. Una settimana che rimarrà nella nostra memoria, nella memoria di Lazio Scacchi e della nostra Polisportiva.

Questa edizione 2025 è stata esaltata da una logistica finalmente comoda, se non perfetta.

La formula quest’anno è cambiata. Non più 16 squadre suddivise in due gironi da 8, con semifinali e finali, ma un solo unico torneo svizzero a 20 squadre.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che non puoi sbagliare. Se commetti un passo falso, rischi di non recuperare più. La pressione psicologica è enorme.

Per intenderci, Padova lo scorso anno con noi aveva perso nel girone, ma poi aveva avuto modo di recuperare, arrivando seconda, vincendo la semifinale e poi la finale.

Quest’anno la musica era diversa, anche perché mentre nella formula a gironi hai sempre qualche turno più agevole, nel torneo svizzero è un crescendo di difficoltà, e non incontrerai mai, se parti con il piede giusto al primo turno, avversari “comodi”. Alla fine avrai giocato 9 incontri, sfidando le 9 squadre più forti ed in forma delle 20 partecipanti.

Ogni distrazione, anche sulla singola scacchiera, può risultare fatale.

Ci ha aiutato il fatto di non essere considerati i favoriti, nonostante il nostro primo posto nel ranking. Gli articoli sui Social ufficiali, durante il precampionato e fino ai primi turni, puntavano sul Pedone Isolano e su altri giocatori di alto livello, non i nostri, come star della manifestazione. Questa cortina nebbiosa ci ha protetti dalla ribalta, ci ha permesso di essere ancora più concentrati e ci ha preservati da una pressione maggiore.

Come è andata?

Diciamolo, il nostro è stato un torneo trionfale.

Su 9 incontri ne abbiamo vinti 7 e pareggiati 2. Su 36 partite alla scacchiera ne abbiamo persa una sola.

Sempre in testa, inseguiti dagli altri ed in particolare dalla splendida squadra della Partenopea, che ci ha insidiati fino all’ultima giornata.

Una squadra davvero speciale quella di Napoli, con solo  4 giocatori, sempre gli stessi, che ogni turno pensavamo avrebbero poi rallentato per stanchezza, ma che invece non hanno mai ceduto di un passo.

Con loro nello scontro diretto abbiamo pareggiato, anche grazie ad una miracolosa e splendida vittoria del GM Fier in prima scacchiera contro il loro GM Mastrovasilis, da posizione praticamente pari. Quell’alfiere che spazia per la scacchiera e va a posizionarsi come un falco nella casa giusta per tessere una fatale ragnatela destinata al matto me lo sogno ancora la notte.

Ma, dicevo, non hanno mai mollato. All’ultimo turno noi con la vittoria contro il CPS Palermo avremmo vinto il Campionato, ma in caso di nostro pareggio Napoli, se avesse vinto la sua partita 4-0, avrebbe vinto il titolo, sorpassandoci per punti scacchiera.

La sera prima, a cena, ho voluto richiamare l’attenzione di tutti sul fatto che Napoli, anche se appariva improbabile, secondo me avrebbe vinto 4-0. Un richiamo che forse non era necessario per i più esperti, ma nello sport, si sa, basta una piccola flessione di concentrazione e la frittata è fatta.

Ed infatti hanno vinto 4-0, dimostrando di essere una squadra straordinaria.

Però anche noi abbiamo vinto, 3,5-0,5, aggiudicandoci finalmente l’ambito titolo di Campioni d’Italia.

All’ultimo incontro non ero presente.

Ho preferito aspettare in albergo.

Ad un certo punto sono sceso nella hall dove c’era il GM Fier e sono rimasto con lui. Alexandr osservava sornione le partite sia sul suo pc che sul suo cellulare.

Io a mia volta osservavo lui.

Era sereno, disteso, con un sorrisetto un po’ beffardo mentre guardava quello che io non ero in grado di vedere e prevedere.

La trasmissione delle partite era ovviamente in differita.

Ad un certo punto mi squilla il cellulare. Era Miragha. Non sapevo avesse finito la sua partita. Rispondo e mi dice che eravamo Campioni!

Vincitori!

Una sensazione bellissima.

Un successo che credo sia meritato e che è il frutto dello sforzo di tutti. Dei giocatori, di tutta la dirigenza, dei capitani delle altre nostre squadre delle serie minori, dei nostri soci, dei nostri allievi. Il nostro socio Roberto Rabiti è addirittura venuto a trascorrere l’intera settimana a Boario per seguire la squadra, rendendosi protagonista di azioni memorabili e tentando di vincere il bel torneo collaterale organizzato nella stessa sala della Master, nella speranza di migliorare la propria prestazione per osmosi data la vicinanza con i grandi campioni. Non ci è riuscito.

Il punto, comunque, è che solo con la partecipazione di tutti sul piano economico, operativo, di programmazione, amministrativo, decisionale, si può sperare di ottenere un risultato come quello che siamo riusciti a conquistare.

L’impegno di persone come il nostro Consigliere Adriano Cecconi, della nostra Direttrice Sportiva Valentina Teodonio, dei nostri soci e capitani delle altre squadre Carlo Castelfranchi, Luca Buffoni, Andrea Aceto, Davide Giri e Aldo Vetere, ci ha consentito e ci consente di far funzionare la nostra amata Lazio Scacchi.

La disponibilità di una meravigliosa sede di gioco come lo storico Circolo Canottieri Lazio ci agevola e nobilita la nostra comune appartenenza alla Polisportiva Lazio.

Ciliegina sulla torta di questa Master 2025 la vittoria del premio per la miglior scacchiera dei nostri Aleksej Sarana, Sebastian Iermito, Michele Godena e Miragha Aghayev.

Mi è personalmente dispiaciuto che in questa edizione non fosse presente Padova, con la quale sarebbe stato bello confrontarsi in una rivincita dello scorso anno e di quello precedente. Chissà come sarebbe andata.

Ma adesso è ora di pensare al futuro, alla prossima edizione nel 2026, che sarà a 24 squadre.

Nello sport vincere è molto difficile. Ripetersi lo è ancora di più.

Vedremo.

Il Presidente
Roberto Condorelli